Cibo e badante: cosa prevede il contratto e cosa dice il buon senso
Uno dei temi più delicati nella gestione del rapporto tra famiglie e badanti riguarda il vitto: “La badante ha diritto a mangiare? Chi deve fornire i pasti?”. Si tratta di una domanda tutt’altro che rara, che può diventare fonte di incomprensioni e tensioni.
Le badanti svolgono un ruolo fondamentale nell’assistenza quotidiana degli anziani, migliorando la qualità della vita dei nostri cari. Per svolgere al meglio questo lavoro, è essenziale che vengano messe nelle condizioni ideali, e questo include anche una corretta gestione dei pasti.
Cosa dice il contratto collettivo?
Secondo quanto stabilito dal CCNL del lavoro domestico, ogni badante convivente ha diritto a vitto e alloggio. L’Articolo 35 del contratto specifica che il vitto deve garantire un’alimentazione sana e sufficiente e che l’ambiente di lavoro non deve compromettere la salute fisica e morale del lavoratore.
- Se la badante è convivente, cioè vive nella casa dell’assistito, il datore di lavoro ha l’obbligo di fornire i pasti.
- Se la badante non è convivente ma presta servizio per molte ore, il datore deve corrispondere una indennità di vitto, ovvero un compenso economico che sostituisce i pasti non forniti.
Questa indennità è prevista anche in caso di assenza temporanea del vitto per motivi logistici o organizzativi.
Vitto sì, ma con buon senso
Il contratto parla chiaro: il pasto deve essere sano e sufficiente, ma non significa dover soddisfare ogni desiderio alimentare. Il buon senso è essenziale. Fornire un’alimentazione equilibrata e rispettosa delle preferenze culturali, religiose o sanitarie della badante contribuisce a un ambiente sereno e collaborativo.
Anche se l’indennità economica può sopperire alla mancanza del pasto, nulla sostituisce il valore umano e relazionale di un rapporto costruito sul rispetto reciproco.
Un rapporto chiaro migliora la convivenza
Stabilire in modo trasparente i dettagli su vitto, orari e abitudini alimentari fin dall’inizio del rapporto può prevenire molti problemi. Una gestione chiara e rispettosa degli accordi migliora la qualità della convivenza e favorisce un clima di fiducia tra famiglia e lavoratore.Fornire il pasto alla badante non è solo un obbligo contrattuale, ma un atto di rispetto e cura.
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